Quando Hervé, il 19 febbraio, mi ha chiesto se fossi libera per uno shooting di sci alpinismo, non sapevo che avesse in mente di salire un vulcano con gli sci. 

Due giorni dopo eravamo sullo sfiatatoio della Terra; la si sentiva soffiare come certi cetacei nei racconti di Melville, e il calore del suo nucleo scaldava la roccia nera. Lei, ‘a muntagna, ci ha riservato un’accoglienza calorosa, mostrandosi intima, nuda e mai volgare. Lassù, davanti a quei crateri vivi, potevi sentire l’impotenza del nostro sistema respiratorio. 

Ero su un vulcano con Hervé e Tudor, gli sci nei piedi, e un’eruzione stava cominciando. Il vento ci ha accompagnato da subito, ma ora soffiava tagliente e aumentava metro dopo metro. Una superficie crostosa, scolpita da aria e gelo era sempre il nostro pianeta ma l’odore di zolfo e il calore intorno erano di un universo sconosciuto fatto di lava, magma, bombe e blocchi, cenere e lapilli. Siamo stati esploratori quel giorno.